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INFORMATIVA SICUREZZA SUL LAVORO

1) PRIMA DI ASSUMERE!
Importante: prima di essere assunto (in occasione della visita preventiva o della visita preassuntiva) il lavoratore deve esibire al medico competente copia della cartella sanitaria e di rischio rilasciata alla risoluzione del precedente rapporto di lavoro. E’ quanto riportato del famoso Decreto Lavoro convertito nella Legge n° 85 del 3 Luglio 2023. Il nuovo datore di lavoro si deve preoccupare affinché il lavoratore si procuri la cartella dalla ditta precedente e il medico competente provvederà a valutarne il contenuto prima di formulare il giudizio di idoneità.  


2) NUOVO OBBLIGO DEL MEDICO COMPETENTE
Il medico competente deve comunicare al datore di lavoro e il datore di lavoro lo deve richiedere al medico competente, il nominativo di un medico sostitutivo per le situazioni in cui il medico competente “ufficialmente nominato” abbia un impedimento grave o abbia motivate ragioni.    


3) VARI IMPIANTI ANTINCENDIO AD ACQUA
Gli impianti antincendio ad acqua sono utilizzati prevalentemente per il controllo, la soppressione o l’estinzione di incendi coinvolgenti materiali solidi (fuochi di classe A). L’impiego di sistemi di spegnimento automatici, ancorché reso cogente da alcune regole tecniche di prevenzione incendi per alcune attività soggette al controllo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, è largamenteraccomandato in tutte quelle situazioni ove si rende necessario un tempestivo intervento per contrastare la propagazione del fuoco, non differibile temporalmente e, pertanto, non demandabile all’azione degli addetti alla lotta antincendio e all’opera delle squadre dei VV.F. Tali impianti, ampiamente utilizzati ove vi è presenza di un notevole carico di incendio e nei luoghi particolarmente affollati, possono essere di diverso tipo: impianti sprinkler impianti water mist impianti a diluvio. I sistemi automatici a pioggia, universalmente conosciuti come sistemi sprinkler, sono i sistemi più diffusi al mondo per la protezione di attività civili ed industriali contro il rischio d’incendio. Gli impianti sprinkler sono costituiti da una fonte di alimentazione (acquedotto e/o serbatoio di accumulo in pressione), pompe di mandata, centralina valvolata di controllo e allarme, condotte montanti principali, reti di condotte secondarie e testine erogatrici (ugelli sprinkler). Gli impianti possono essere a umido o a secco, a seconda che siano, o no, permanentemente in pressione. Il funzionamento dell’impianto è legato all’attivazione degli erogatori, che fungono anche da rilevatori d’incendio, grazie alla rottura di un’ampollina contenente un liquido termosensibile (con temperature di taratura che si attestano intorno ai 70 °C) o la fusione di una lega eutettica, che provoca la fuoriuscita di acqua in pressione. Gli impianti water mist vengono impiegati per la protezione di sale macchine e turbine con presenza di liquidi infiammabili, protezione di aree residenziali e di ufficio con rischio ordinario, macchine elettriche di grandi dimensioni, sale quadri, trasformatori ad olio, ecc. Attraverso un sofisticato sistema di ugelli, si genera una nube di microgocce che, nel giro di pochi secondi, contrasta l’azione del fuoco. La finalità del sistema è il controllo o l’estinzione dell’incendio, con particolare riferimento alle classi dei fuochi A e B, attraverso una combinazione di alcuni effetti, il raffreddamento, l’inertizzazione del locale e il blocco della trasmissione del calore radiante. Nel momento in cui viene irrorata dell’acqua frazionata in tante piccole, piccolissime goccioline, si ottimizza lo scambio di calore in modo tale che la temperatura scenda a causa del calore assorbito dalla evaporazione dell’acqua stessa. La maggiore quantità di vapore acqueo generato, provoca un maggior assorbimento di energia termica contribuendo all’estinzione del fuoco prodotta dallo spostamento dell’ossigeno. A differenza degli impianti sprinkler, gli impianti a diluvio, utilizzano l’acqua in grandi quantità con applicazione simultanea su tutto lo spazio protetto, con lo scopo principale di raffreddare apparecchiature e strutture esposte ad incendio nelle vicinanze e/o tenere sotto controllo l’incendio presente nello spazio protetto, in attesa che venga spento con altri mezzi. Un impianto a diluvio è dunque un impianto ad acqua con ugelli aperti, comandati da un impianto automatico di rivelazione incendi o una rete di tubazioni a secco con testine pilota coprente la stessa area, che provoca automaticamente l’apertura di un’unica valvola a diluvio e conseguente scarica d’acqua contemporanea da tutti gli ugelli.  


4) RISCHIO ALCOL SUL LAVORO
Il D.Lgs. 81/08 stabilisce il divieto di somministrare bevande alcoliche all’interno dell’azienda, ma lascia la possibilità di consumare “modiche quantità di vino e birra” nei locali di refettorio durante l’ora dei pasti (sempre però che non si tratti delle categorie “a rischio” successivamente indicate). Vale il divieto assoluto solo in cui vi siano attività lavorative che comportino elevato rischio di infortuni per sé e/o gli altri. Contravvenire a tali disposizioni può comportare una sanzione amministrativa da 516 a 2.582 euro. Esiste la possibilità che vengano effettuati senza alcun preavviso controlli alcolimetrici nei luoghi di lavoro da parte del Medico Competente o dei medici del lavoro dei servizi di prevenzione delle ASL competenti per territorio, per verificare il rispetto del divieto di assunzione di alcolici. Il lavoratore con riscontro positivo al controllo alcolimetrico (ossia con alcolemia superiore a 0 g/l) oltre ad incorrere nei provvedimenti sanzionatori e disciplinari dovrà essere allontanato per quel giorno dalle attività a rischio; poi si procede a verificare se esistano eventuali condizioni di alcol-dipendenza in occasione delle visite preventive, periodiche, di cambio mansione, preassuntive e al rientro da un periodo di malattia superiore a 60 giorni continuativi. Questi accertamenti devono essere effettuati da tutti i lavoratori delle categorie soggette, con due livelli di accertamento: il primo a cura del medico competente ed il secondo, di approfondimento diagnostico, a carico delle strutture sanitarie competenti.    


5) CALZATURE ANTINFORTUNISTICHE
Le calzature antinfortunistiche (che comprendono scarpe, stivali, ecc.) si suddividono in due classi principali, sulla base del materiale della scarpa: Classe I: Calzatura in cuoio o altri materiali (escluse le calzature in gomma o polimero) Classe II: Calzatura interamente in gomma o in polimero. Entrambe le tipologie di calzature, sono a loro volta divise in 3 categorie sulla base di specifiche caratteristiche di protezione, sancite da relative norme tecniche di riferimento. Calzature di Sicurezza (SB): con puntale resistente all’urto fino a 200 Joule, e a compressione fino a 15 kN. Calzature di Protezione (PB): con puntale resistente all’urto fino a 100 Joule, e a compressione fino a 10 kN. Calzature da Lavoro (OB): senza puntale. Tutte le calzature antinfortunistiche devono essere resistenti allo scivolamento. Le scarpe antinfortunistiche dotate di suola antiscivolo possono riportare le seguenti marcature: SRA (Superficie: ceramica; Lubrificante: acqua e detergente) SRB (Superficie: acciaio; Lubrificante: glicerina) SRC (SRA + SRB). I requisiti aggiuntivi In alcuni specifici contesti lavorativi possono essere necessarie ulteriori protezioni: Resistenza alla Perforazione, Protezione del tallone dallo Shock da urto, Protezione dalle Scariche elettrostatiche (antistatica), Calzatura Conduttiva, Calzatura Isolata elettricamente, Calzatura Isolata dal Freddo, Protezione dalle Alte temperature, Resistenza al calore per contatto, Calzatura resistente all’acqua (protezione dalla penetrazione di liquidi), Impermeabilità dinamica della tomaia, Protezione del Metatarso, Protezione della Caviglia, Resistenza al Taglio, Resistenza agli Idrocarburi. Le scarpe antinfortunistiche devono essere dotate di marcatura CE, dichiarazione di conformità e nota informativa. Le calzature da donna sono diverse da quelle da uomo, anche se dello stesso numero. Anche se le scarpe appaiono in buono stato è consigliabile sostituirle ogni 6 mesi, massimo 12 perché alcune caratteristiche potrebbero essere compromesse e non garantire quindi il livello di protezione necessario (controllare spesso stato di usa e segni di cedimento di suola, tomaia e cuciture).  


Team Studio Protecno
Bientina lì, 06/09/23
Studio Mattonai
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